Lapide commemorativa di Burgundio, Chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, Pisa.

Lapide commemorativa di Burgundio, Chiesa di San Paolo a Ripa d'Arno, Pisa. Foto: Alberto Martini, CFS Università di Pisa

Lapide commemorativa di Burgundio, Chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, Pisa. Foto: Alberto Martini, CFS Università di Pisa

«Chi, quale e quanto grande fu quell’uomo eccellente chiuso in quest’urna di marmo, è svelato qui sotto. Egli fu Burgundio, che morì molto vecchio nella sua città. A stento ci fu, c’è o ci sarà un uomo come lui. Tutto ciò che è nato sulla terra, sotto il sole, tutto ciò che può essere conosciuto, egli lo conobbe perfettamente. Eccellente traduttore di opere greche, ristorato alla fonte, tradusse molte opere nella lingua di Roma. Crisostomo fu il primo commentatore e lui il secondo; esegeta illustre, scrisse e divenne famoso, e perciò l’Epistola di Paolo, nostro maestro, è largamente conosciuta. L’ozio, per lui, era la scrittura, la dedizione e la fatica. Non provò mai invidia e condusse une vita senza colpa, privo di vizi, fuggendo ogni azione dannosa. Gloria, lode e onore a lui, nobile prole dei suoi genitori, fu sulla terra ciò che il sole è nel cielo. Quando, degno della ricompensa delle sue fatiche, giunse alla cena, disse: “Addio, o terra ospitale per le cose terrene!” * (* Epitaphium Senecae, Anthologia latina, 667 Riese, v. 4), perché non avvenisse che, creditore degno di onore, si ritrovasse debitore: rese infatti la sua anima al cielo e le sue ossa alla terra. O tu che leggi questa lapide, se brami di essere lodato come lui, segui il suo esempio e percorri l’alto mare. Insegnante di coloro che insegnano, Burgundio giace in quest’urna, gemma preziosa ed eterna dei maestri. Modello degli scrittori, a lui furono note la letteratura greca, la letteratura latina, l’arte medica, triplice sapienza. Ed ora, Pisa, piangi, e tu rattristati, o Toscana tutta: non ci fu nessuno sotto il sole che abbia conosciuto tutte le cose come lui. Rallegratevi che, condotto di nuovo dalle schiere angeliche al di sopra dell’aria, sia stato ora accolto anche dal resto del cielo. — L’ anno del Signore 1194, il dì 29 ottobre [30 ottobre 1193]. Indizione dodicesima».
La lapide è trascritta in Classen, Burgundio von Pisa: Richter, Gesandter, Übersetzer, Heidelberg 1974, p. 8. La traduzione italiana di F. Buonamici, Burgundio pisano, Pisa 1907, pp. 41-2, è stata rivista da Concetta Luna in Burgundio da Pisa: viaggiare e tradurre nel Medioevo. ETS, Pisa 2023, p. 10.